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L'alba delle sirene

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L'alba delle sirene

gli ingredienti perfetti per un mockumentary virale
Ritratto di lorenzorossi di Lorenzo Rossi - Mer, 23/07/2014 - 13:53Qui si parla di

Una curiosità scientifica per qualche tempo avvolta nel mistero, un'ipotesi alternativa al modello classico dell'evoluzione umana e un complotto militare per nascondere l'esistenza di creature da sempre ritenute leggendarie, sono stati gli ingredienti vincenti di Sirene: il mistero svelato.

Si tratta di un fortunato mockumentary prodotto da Discovery Channel, divenuto virale al punto che tantissima parte del pubblico si è interrogata sul fatto che quanto raccontato potesse effettivamente corrispondere a realtà.

Prima di approfondire gli elementi alla base dell'enorme successo di questa produzione (e spiegare il perché non può trattarsi di fatti reali), sarà però necessario un piccolo preambolo sul significato di mockumentary, parola inglese che trova la sua origine dal termine mock (ironico, scherzoso) e documentary (documentario). Si tratta quindi, come il nome lascia intuire, di un documentario parodia al cui interno vengono ricreati ad arte elementi fittizi presentati come reali.

Che Sirene: il mistero svelato rientri all'interno di questa categoria ci sono ben pochi dubbi di sorta: lo stesso produttore lo ha candidamente ammesso e i nomi dei vari "scienziati" (impersonati da attori) che appaiono in video, non figurano all'interno di nessuna pubblicazione e nessun ente di ricerca.

Come spiegare allora un così grande successo? Ritengo che la risposta vada ricercata nella perfetta sinergia tra gli elementi portanti di tutto lo scherzo. Andiamo ad esaminarli con la lente dell'indagine critica...

Il mistero del "bloop"

Bloop è il nome dato a un suono sottomarino registrato nel 1997 dal NOAA (agenzia federale statunitense che si occupa di metereologia) la cui origine, nella cultura popolare, è considerata ancora misteriosa. Il "documentario" di Discovery Channel spiega invece come questo suono altro non è che il richiamo di una specie ancora sconosciuta alla scienza, una specie considerata da sempre un mito: la sirena.

Purtroppo la verità dei fatti è molto diversa. Il bloop è stato realmente registrato e ha realmente rappresentato un rompicapo per diverso tempo, ma le conclusioni finali a cui sono giunti i ricercatori non prevedono l'esistenza di una specie animale ancora sconosciuta. A dire il vero, per via di alcune sue caratteristiche, inizialmente fu effettivamente ritenuto di natura organica e si ipotizzò persino, vista la sua grande distanza di propagazione, che fosse stato emesso da una creatura "molto più grande di una balenottera azzurra"! Ulteriori ricerche hanno però confermato che l'insolito segnale era di natura geologica e fu causato dal distaccamento dei ghiacci in Antartide.

Una curiosità: all'interno del programma il suono che viene fatto ascoltare non è il bloop (che come il suo nome lascia intuire non risulta particolarmente evocativo), ma un rumore sinistro e inquietante che può vagamente ricordare un canto.

L'ipotesi della scimmia acquatica

Nel 1960 il biologo marino Alister Hardy formulò l'idea che durante la storia evolutiva dell'uomo potesse esserci stata una "fase acquatica". Stando allo studioso in questo modo era possibile spiegare alcune caratteristiche distintive della nostra specie che trovano più similitudini con i cetacei (assenza di pelo, presenza di uno strato di grasso sottocutaneo, abilità nel nuoto, etc.) che con le altre specie di primati. L'ipotesi non fu accolta con particolare interesse da parte del mondo accademico, ma prese molto piede tra il pubblico generalista per via della relativa semplicità con la quale riusciva a spiegare i suoi fondamenti.

Le prove paleontologiche indicano però l'inconsistenza di queste congetture e molte presunte caratteristiche che l'uomo avrebbe ereditato dall'ipotetica fase acquatica, sono in realtà spiegabili con altri princìpi. Ad esempio l'"assenza" di pelo (che in verità è molto variabile da individuo a individuo), non è il risultato della necessità di una migliore idrodinamicità (molti mammiferi semiacquatici possiedono infatti una folta peluria), quanto quello di favorire l'efficenza della sudorazione, indispensabile per il raffreddamento dell'organismo in seguito ad attività fisiche prolungate.

Ma partendo dall'ipotesi (infondata) della scimmia acquatica, il mockumentary di Discovery Channel si spinge oltre, arrivando a ipotizzare che a un certo punto dell'evoluzione la fase semiacquatica dell'uomo sia diventata totalmente acquatica, dando così origine a una vera e propria specie di primati marini: le sirene.

Il tocco finale: l'insabbiamento dei militari

Gli scienziati avrebbero scoperto l'esistenza delle sirene nel 2000, quando in seguito a test segreti condotti dalla marina militare degli Stati Uniti avvennero copiosi spiaggiamenti di cetacei. Ma in alcune spiagge, oltre ai corpi senza vita dei grandi mammiferi marini, sarebbero stati rinvenuti anche quelli di creature ben più misteriose...

La marina avrebbe così occultato i cadaveri delle sirene per nascondere la loro esistenza al mondo e di conseguenza i disastri ambientali provocati dai loro esperimenti.

Qui la questione si fa più spinosa, perché se da un lato quello dello spiaggiamento degli odontoceti e misticeti è un fenomeno ben documentato sin dall'antichità, dall'altro sembra essere evidente una maggiore percentuale di casi nei luoghi in cui le unità della NATO fanno un uso massiccio di sistemi sonar. Tra le tecnologie più contestate vi è ad esempio il Surtass LFA, sonar americano a bassa frequenza del quale ogni singolo altoparlante può produrre 215 decibel (secondo i cetologi i timpani di un cetaceo si lacerano a 180 decibel).

Il mockumentary estende ulteriormente questi fatti arrivando a parlare di armi soniche segrete, le cui onde d'urto distruggono letteralmente gli organi interni dei cetacei. Ma se le cose stessero così, oltre ai corpi delle sirene la marina dovrebbe occultare ai biologi e alle loro autopsie anche quelli di tutti gli altri animali spiaggiati. Inoltre un'arma del genere non potrebbe essere selettiva, ma dovrebbe colpire indistintamente tutta la fauna marina generando una vera e propria ecatombe di biodiversità di cui le spiagge non potrebbero in alcun modo non essere testimonianze concrete.

Conclusioni

Ecco quindi come l'idea che una bella fantasia possa divenire realtà (a chi non piacerebbe che le sirene esistano davvero?), la patina di scientificità delle prove mostrate e l'"autorevolezza" dell'emittente (che fanno sempre presa sul pubblico generalista) e un pizzico di complottismo (che nei momenti di forti crisi economiche attecchisce nella società con maggiore impeto), spiegano come un prodotto della fantasia umana sia diventato per credenti e scettici un argomento che, ne sono sicuro, farà discutere ancora per molto tempo... lunga vita alle sirene.

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