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Megalodonte, leggenda degli abissi - Parte II

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Notizie

Megalodonte, leggenda degli abissi - Parte II

una bufala dura a morire
Ritratto di lorenzorossi di Lorenzo Rossi - Mar, 28/10/2014 - 16:42Qui si parla di

Sembra proprio che il successo di un recente mockumentary (ne abbiamo ampiamente parlato qui) sull'improbabile sopravvivenza ai giorni nostri del megalodonte, il più grande squalo ad avere solcato i mari della Terra, abbia stuzzicato la fantasia di molti siti internet "specializzati" nel veicolare notizie completamente fasulle. Di norma lo scopo di siti del genere, che non sempre si premurano di inserire un disclaimer circa l'infondatezza di quanto riportano, è quello di essere mere macchine da "click" per il circuito di social network quali facebook, confondendo però le idee a un'ampia fetta di pubblico generalista in buona fede che spesso crede a quanto riportato.

Così il World News Daily Report, in data 23 settembre 2014 non si è fatto scrupoli a pubblicare, con tanto di foto a corredo, la notizia che un megalodonte di 15 tonnellate lungo 10 metri, era stato catturato al largo delle coste del Pakistan da un gruppo di pescatori locali, con tanto di dichiarazione del sedicente biologo Rajar Muhammar, convinto che il graduale riscaldamento dei mari stava spingendo questi enormi predatori ad avvicinarsi alle coste. La notizia in sé non meriterebbe commento alcuno, infatti la fotografia del presunto megalodonte non è altro che quella di una femmina di squalo bianco lunga 4 metri catturata in Sudafrica nel 2009 (maggiori info qui), ma permette di introdurre informazioni molto più importanti e interessanti, circa le ultime novità che la scienza ha diffuso sull'estinzione di questa gigantesca creatura dei mari.

Catalina Pimento del Museo di Storia Naturale della Florida e Christopher Clements dell'Università di Zurigo, hanno infatti recentemente pubblicato su PlosOne uno studio che prende in esame la documentazione fossile più recente riferita al megalodon applicando ad essa un modello matematico con l'intento di stimarne il più precisamente possibile la data di estinzione, da loro fissata a circa 2,6 milioni di anni fa. La parte più interessante del loro studio, sono però le congetture che dipingono gli scenari e i cambiamenti avvenuti all'ecosistema dei mari dopo la scomparsa del grande predatore. L'estinzione del megalodonte (che presumibilmente si cibava principalmente di cetacei) sembra infatti coincidere con l'aumento delle dimensioni dei misticeti (balene e balenottere) avvenuto lungo il corso del Pleistocene. Visto che le dimensioni corporee sono correlate alle funzioni ecologiche, gli autori propongono che i cambiamenti dei cetacei durante il confine tra Pliocene e Pleistocene, fu il risultato di nuove nicchie ecologiche che vennero occupate dai grandi misticeti. La moderna composizione e funzione ecologica dei cetacei filtratori sarebbe quindi il risultato dell'estinzione del megalodonte.

Una prova in più del fatto che questa evocativa creatura è scomparsa per sempre dai mari del pianeta.

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