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Il piccolo cadborosauro di Hagelund

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Un pesce ago può essere scambiato per un mostro?
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Il piccolo cadborosauro di Hagelund

un incontro incredibile esaminato dalla scienza
Ritratto di lorenzorossi di Lorenzo Rossi - Lun, 26/09/2011 - 09:30Qui si parla di
Un pesce ago può essere scambiato per un mostro?

I sostenitori più accaniti dell'esistenza di Caddy, il leggendario mostro marino della Baia di Cadboro, British Columbia, sono convinti che almeno due esemplari dell'evanescente creatura siano caduti per ben due volte nelle mani dell'uomo: un giovanissimo individuo sarebbe stato catturato dal Capitano William A. Hagelund nel 1968, mentre la carcassa di un altro esemplare sarebbe stata ritrovata all'interno dello stomaco di un capodoglio nel 1937 presso la stazione baleniera di Naden Harbor (inutile ribadire che purtroppo i promettenti reperti non sono stati conservati né esaminati da nessuno zoologo).

Tralasceremo in questa sede il caso della famosa carcassa di Naden Harbour, il cui ritrovamento è testimoniato se non altro da alcune interessanti fotografie, per concentrarci sul "baby Caddy" di Hagelund, che un recente lavoro del biologo Michael Woodley e colleghi, pubblicato sul Journal of Scientific Exploration, tenta di spiegare, non riuscendoci forse del tutto, con una credibile ipotesi alternativa. Ma procediamo con ordine...

Nel 1987 il Capitano Hagelund diede alle stampe il libro Whalers no more, all'interno del quale era riportato un curioso aneddoto accaduto decenni prima. Anni dopo avere cessato la sua attività di baleniere, Hagelund e la sua famiglia stavano navigando presso le Isole Gulf a bordo della loro imbarcazione e una notte, mentre lo yacht era ancorato presso Pirate Cove a DeCourcy Island, furono protagonisti di un bizzarro avvistamento:

Osservammo una piccola turbolenza nel tranquillo punto di ancoraggio dove avevamo calato gli ormeggi per la notte. Calato il canotto io e il mio figlio minore Gerry remammo per investigare. Trovammo una piccola creatura marina simile a un'anguilla che nuotava tenendo la testa completamente fuori dall'acqua. Le ondulazioni del suo lungo corpo sottile facevano emergere in superficie parti della schiena. Il mio primo pensiero che si trattasse di un serpente marino fu velocemente scartato quando, osservando più da vicino, notai gli occhi scuri e limpidi, grandi in proporzione della testa sottile, che gli conferivano un aspetto da foca se osservati frontalmente. Quando si allontanò potemmo distinguere un muso allungato e leggermente ad uncino
Hagelund, 1987

Il bizzarro animale fu catturato con l'aiuto di una rete e portato a bordo, all'interno di una tinozza, dalla quale Hagelund poté esaminarlo:

Scoprimmo che era lungo circa 40 cm con un diametro di 2,5 cm. La sua mandibola possedeva una serie di piccoli denti e la sua schiena era protetta da placche simili a scaglie, mentre il ventre era coperto da una morbida lanugine di colore giallo. Un paio di piccole pinne spuntavano come piedi (?) presso la zona della spalle (?) e una coda a forma di vanga era formata da due piccole pinne che si sovrapponevano l'una all'altra
Hagelund, 1987
Lo schizzo realizzato da Hagelund della bizzarra creatura marina da lui catturata.

Accortosi delle strane peculiarità dell'animale, Hagelund decise che l'indomani l'avrebbe consegnato al Pacific Biological Station di Nanaimo, ma notando i suoi disperati tentativi di uscire dalla tinozza, il Capitano si fece impietosire e temendo che lo stress della cattività lo avrebbe condotto alla morte, decise di ridare la libertà al suo piccolo prigioniero. All'interno del suo libro ha presentato uno schizzo dell'animale (vedi immagine), accompagnato da alcune note, tra le quali: mascella ad uncino, grandi occhi, scaglie a piastra, dorso nero e fianchi marroni, coda gialla, peluria gialla (nel ventre), piccoli denti su mandibola e mascella.

A prescindere dal fatto che questo aneddoto sia davvero accaduto e che le descrizioni del capitano, dopo così tanto tempo dallo svolgersi dei fatti, siano attendibili, è interessante notare come sul loro libro dedicato dal cadborosauro, lo zoologo Edward L. Bousfield e l'oceanografo Paul H. LeBlond, abbiano ipotizzato che Caddy potesse essere un rettile, basandosi anche sul fatto che il piccolo individuo catturato da Hagelund, sebbene di minuscole dimensioni, fosse già solitario e indipendente nei confronti degli adulti. 

Questa considerazione, di per sé teoricamente non priva di logica, mi ha fatto ricordare un recente avvenimento che, purtroppo, mette in luce il bassissimo livello di onestà intellettuale e rigore scientifico di tanti sedicenti "operatori" e divulgatori nel campo della criptozoologia. L'esposizione di quest'ultimo necessità però di un lungo preambolo.

Errare è umano...

Circa dieci anni fa ebbi uno scambio di e-mail con John Kirk del British Columbia Scientific Criptozoology Club, durante il quale mi informava di essere riuscito a scattare nitide fotografie del mostro lacustre Ogopogo utilizzando un teleobiettivo! Alquanto incuriosito aspettai l'uscita del suo libro riguardante i mostri lacustri (del quale non menziono il titolo perché non merita alcun tipo di pubblicità) e con mio disappunto notai che al suo interno non compariva nessuna delle presunte miracolose fotografie di Ogopogo. Chiaramente non fui l'unico a notare questo paradosso e la risposta di Kirk in merito fu che l'editore aveva voluto risparmiare, pubblicando un libro in bianco e nero senza fotografie. Letteralmente inorridito da questa scusa cialtronesca (quale editore se avesse la possibilità di pubblicare fotografie nitide di un mostro lacustre si farebbe scappare l'occasione?), compresi che Kirk non era altro che un bugiardo patologico in cerca del proverbiale quarto d'ora di celebrità e da quel momento non lo degnai più di alcuna considerazione.

Il tempo mi diede perfettamente ragione...

...perseverare è diabolico

Più o meno un anno fa iniziarono a circolare in rete voci secondo le quali una famiglia di pescatori aveva filmato nel mare dell'Alaska, dal loro peschereccio, un intero branco di "cadborosauri"! Questo filmato era stato visionato niente meno che da John Kirk in persona, che lo descriveva all'interno del blog Cryptomundo (che in quanto a divulgare ogni sorta di informazione non verificata sulla criptozoologia non è secondo a nessuno).

Stando alle sue parole il video avrebbe mostrato piuttosto chiaramente un branco di beluga circondare un piccolo di cadborosauro, facente parte di un gruppo comprendente adulti e giovani individui. I cadborosauri sarebbero stati di colore scuro e dal dorso seghettato e ad un certo punto uno di loro avrebbe sollevato la testa fuori dall'acqua e quest'ultima sarebbe risultata identica a quella della carcassa di Naden Harbour! Tralasciando il perché dei beluga, che avendo fauci molto piccole si nutrono esclusivamente di piccole prede, avrebbero dovuto circondare un giovane Caddy accompagnato dai genitori, Kirk informava i lettori che il video in questione era stato acquistato per ben 75.000 dollari da una famosa emittente americana e che sarebbe stato presto trasmesso.

Inutile dire che quando ciò avvenne (il video è presente a fondo pagina), il pubblico rimase alquanto deluso, in quanto non mostrava assolutamente nulla che fosse anche lontanamente riconducibile ad un animale sconosciuto. Ma come anni prima Kirk, anziché fare le sue scuse, formulò una spiegazione contorta, secondo la quale il video non era stato trasmesso integralmente. Ma quale televisione del mondo, se acquistasse per 75.000 dollari il presunto video di una creatura leggendaria, preferirebbe eliminarne tutte le parti migliori per trasmettere solo qualcosa di indistinto?

Prima di chiudere questa penosa parentesi è importante considerare un fatto che dovrebbe portare a riflettere: quando Kirk fu attaccato in vari forum e blog per via del pessimo video trasmesso in televisione, disse che ad ogni modo il cadborosauro era un animale reale, che era anche stato catturato, riportando gli esempi di Hagelund e della carcassa di Naden Harbour. Eppure sarebbe dovuto essere il primo a notare uno strano paradosso in tutto questo:

quale piccolo di animale può essere contemporaneamente autosufficiente dagli adulti e allo stesso tempo esserne dipendente? Secondo Kirk infatti nel video in questione gli adulti avrebbero cercato di difendere il giovane dall'attacco dei terribili beluga assassini.

Un'interpretazione razionale

Ma ritorniamo ora al "baby Caddy" di Hagelund, e più precisamente all'articolo di Woodley et al. A baby sea serpent no more: reinterpreting Hagelund's juvenile "cadborosaurus" report, all'interno del quale gli autori, attraverso un'analisi dei diversi tratti morfologici, concludono che la creatura catturata da Hagelund non era un serpente di mare, ma bensì un pesce ago.

Dopo avere inserito in una tabella una lista di caratteri morfologici esterni presenti nei pesci ago, nel "baby Caddy" e in numerosi altri animali del Pacifico del Nord (crostacei decapodi, storioni, foche etc.), la conclusione è che l'animale che più si avvicina alle descrizioni del Capitano è la specie Syngnathus leptorhynchus.

Il problema di base, in tutto questo, è che il fatto che se tra le specie conosciute ne esiste una che (piuttosto arbitrariamente) sembra somigliare più delle altre al presunto animale catturato da Hagelund, questo non implica direttamente che per forze di cose debba trattarsi dello stesso animale. Infatti sebbene il candidato prescelto possiede 16 delle 29 caratteristiche desumibili dalla descrizione di Hagelund, rimangono sospesi anche dettagli piuttosto difficili da spiegare:

Il baby Caddy di Hagelund ed un pesece ago. Illustrazione di Cameron McCormick.
  • i pesci ago possiedono una bocca tubolare totalmente priva di denti, mentre Hagelund non solo descrive questi ultimi, ma fa anche una netta distinzione tra mandibola e mascella.
  • la lunghezza massima riportata per S. leptorhynchus è di 33 cm, mentre l'animale osservato da Hagelund misurava 40 cm, ma secondo gli autori potrebbe trattarsi di un errore di stima nelle misurazioni.
  • S. leptorhynchus non possiede una peluria sul ventre, ma secondo gli autori potrebbe trattarsi di una non corretta interpreatazione della colorazione ventrale o ad un rivestimento di alghe (!). 
  • le piccole squame del loro corpo difficilmente potrebbero essere paragonate a "placche".

Nonostante queste incongruenze, stando al co-autore Darren Naish, non sarebbe così sorprendente che Hagelund non abbia riconosciuto un pesce ago, in quanto è un animale che si incontrerebbe di rado, aggiungendo che diverse specie sono in grado di piegare in avanti e sollevare (anche per lungo tempo) la parte anteriore del corpo, potendo così nuotare con la testa fuori dall'acqua.

Il molto presunto filmato di un serpente marino in Alaska