Robert Rines e le foto di Nessie
Le uniche fotografie che dovrebbero immortalare Nessie durante le sue evoluzioni subacquee, furono ottenute da Robert Rines, prolifico inventore che aveva brevettato con successo tecnologie nel campo dei sonar, in collaborazione con l'Accademia delle scienze Applicate (da lui fondata), nell'arco di tempo che va dal 1972 al 1975.
La notte tra il 7 e l'8 agosto del '72, Rines, aiutato da alcuni membri del LNIB, sistemò due imbarcazioni nella baia di Urquarth, non lontano da Temple Pier. La prima barca, la Narwhal, era equipaggiata con un sonar che avrebbe dovuto individuare tutti i corpi in movimento identificabili come Nessie. Nella seconda barca, la Nan, era installata una macchina fotografica che avrebbe dovuto immortalare gli oggetti rilevati dal sonar. Le imbarcazioni erano poste a 36 metri di distanza ed il sonar e l'apparecchiatura fotografica immersi ad una profondità di 13 metri. La camera stroboscopica fu progettata e sviluppata dal Professor Harold Edgerton ed era composta da una telecamera time-lapse a 16 mm e da una luce stroboscopica a 50W, entrambe contenute in una custodia cilindirca. Il tutto era sincronizzato da un flash elettronico e da un timer programmabile settato per scattare fotografie ogni 45 secondi. La pellicola utilizzata era una Kodachrome II a 25 ISO.
La pellicola venne sviluppata il giorno seguente e su un totale di circa 2000 fotogrammi impressi, 3 mostravano "qualcosa", due fotogrammi adiacenti ed un terzo, posizionato 3 minuti dopo, mostravano "oggetti" vaghi e poco chiari. Per migliorare la qualità delle immagini si ricorse all'elaborazione digitale tramite un computer del Jet Propulsion Laboratory della NASA. L'elaborazione fu affidata ad Alan Gillespie, che per migliorare le fotografie adottò la tecnica convenzionalmente utilizzata per le fotografie satellitari. Ogni immagine venne così "scansionata" da un'apparecchiatura elettronica che le scompose in due milioni di pixel, assegnando a ciascuno di essi un numero in base alla sua luminosità. I numeri vennero registrati su nastro magnetico, trasportati su di un computer e poi rielaborati per creare un'immagine in cui il contrasto dell'originale fosse aumentato ed il dettaglio maggiormente definito. Secondo Rines i risultati di questa tecnica furono queste immagini di una pinna a forma di diamante apparentemente unite ad un corpo. Non solo, le pinne, ritratte in posizioni differenti, indicavano un oggetto animato.
In base ai calcoli, considerando il fatto che le presunte pinne erano a fuoco, la loro grandezza doveva essere di almeno 1,2 metri.
Rines, assistito dal personale del Loch Ness Investigation Bureau, posizionò il sonar e l'attrezzatura fotografica in un'area a sud-est di Temple Pier, non lontano dalla riva, ad una profondità dichiarata di 25 metri. Questa volta la camera e la luce stroboscopica erano collegati al sonar in modo tale da scattare fotografie solo nel caso in cui il sonar avesse captato la presenza di un corpo non inferiore a 1,5 metri e distante meno di 12 metri. Le apparecchiature furono tarate con il fondale e rivolte verso l'alto con un angolo di 45°. Come nel 1972 l'apparato fu immerso in acqua a 12 metri di profondità, ma questa volta con la macchina fotografica e lo stroboscopio separati verticalmente di 1,5 metri e con la camera posta al di sotto di quest'ultimo. La pellicola era un Ektatrome a 125 ISO. Le immagini riprese con questo sistema sono in totale 5, di cui tre di difficile interpretazione. Le restanti due sono invece passate alla storia perché dovrebbero mostrare il dorso e il collo di Nessie e la sua testa.
Entrambe le foto fecero all'epoca molto scalpore, ma per ognuna di esse non esistono fotogrammi successivi che possano permetterci di stabilire se gli oggetti ritratti siano effettivamente "animati". Agli inizi del 1976, Dick Raynor, che assistette Rines nel 1972 e nel 1975, ebbe modo di compiere diverse immersioni nella zona in cui un anno prima erano state condotte le operazioni. In base alla sua strumentazione la profondità in quel punto non risultava essere di 25 metri, ma di 18. Questa scoperta fece serpeggiare un dubbio nella mente di Raynor: e se le apparecchiature avessero urtato il fondale, che in base ai calcoli avrebbe dovuto trovarsi 7 metri più in basso, capovolgendosi, ed avessero ripreso fotografie di quest'ultimo?
A tale conclusione era giunto anche il naturalista Adrian Shine. Una delle immagini scattate da Rines mostra lo scafo dell'imbarcazione utilizzata per l'esperimento. Rines era convinto che Nessie avesse urtato le apparecchiature e le avesse capovolte, ma ora Raynor credeva piuttosto che l'incidente fosse stato dovuto ad un urto con il fondale del lago. Decise così di esplorare la zona e scoprì che la testa di Nessie, altro non era che un tronco d'albero giacente sul fondo.
Nel settembre del 1984 emerse la notizia che le foto delle pinne pubblicate da Rines non erano le stesse immagini ottenute dall'elaborazione di Gillespie, ma erano state appositamente ritoccate perché mostrassero chiaramente delle pinne attaccate ad un corpo. Quando Campbell chiese a Rines del perché delle differenze, quest'ultimo gli rispose che nel suo ufficio possedeva immagini anche migliori di quelle pubblicate, questo perché ottenute tramite un presunto "processo di miglioramento cumulativo"...