Il plesiosauro di Sir Arthur
Non sempre i figli seguono le orme dei padri, a maggior ragione quando i primi sono soltanto un prodotto dell'ingegno e non persone in carne e ossa. Lo strano caso di Sherlock Holmes e Arthur Conan Doyle è un perfetto esempio di quanto detto: da un lato un detective letterario in grado di risolvere e di riportare nella dimensione del razionale ogni tipo di enigma e mistero grazie alle sue deduzioni, dall'altro un romanziere che per quanto assolutamente geniale era un seguace dello spiritismo e che, anche a causa del grande dolore provocatogli da lutti famigliari, cadde spesso e volentieri vittima di imbrogli anche molto dozzinali.
Ma spesso anche gli scrittori e i loro personaggi hanno qualcosa in comune, come ad esempio nello strano caso del Prof. Challenger (protagonista de "Il mondo perduto") e di Arthur Conan Doyle. Infatti entrambi ebbero la fortuna di potere osservare con i propri occhi nientemeno che un plesiosauro vivente. O perlomeno questo è quanto il grande romanziere riferì personalmente...
Ecco quanto è riportato nelle sue memorie circa la sua crociera sul Mare Egeo avvenuta nel 1907:
Questo episodio non è mai stato molto approfondito neanche nelle opere più importanti sulla criptozoologia (Bernard Heuvelmans, che di Doyle era un accanito lettore, ne da un breve accenno nel suo monumentale Le Grand Serpent-de-Mer) ed effettivamente risulta piuttosto confuso. Lo scrittore descrive infatti l'animale da lui osservato come un "giovane ittiosauro" (rettili dell'Era Mesozoica simili a delfini), riportando però caratteristiche morfologiche che farebbero pensare piuttosto a un plesiosauro "coda e collo sottili e quattro notevoli pinne laterali".
Inoltre sembra che Doyle abbia fornito diverse varianti del suo incontro con la strana creatura, Heuvelmans ad esempio, citandolo riporta quanto segue:
In quest'occasione quindi il padre di Sherlock Holmes definisce come simile a un plesiosauro e non a un ittiosauro la creatura da lui osservata, sostituendo inoltre l'aneddoto dell'Ammiraglio Anstruther con quanto riportatogli da un corrispondente. Pensavo così che risalire ai disegni realizzati dai testimoni citati da Doyle avrebbe potuto rappresentare la chiave di lettura per cercare di decifrare ciò che lui e sua moglie osservarono nel Mare Egeo, ma facendo mia una massima del famoso detective "è un errore capitale teorizzare prima di avere i dati"...
Per prima cosa infatti nella letteratura criptozoologica non sembra esserci traccia alcuna circa la cattura di un giovane plesiosauro in Australia, e in secondo luogo la testimonianza dell'Ammiraglio Robert Hamilton Anstruther è davvero troppo surreale e inverosimile per risultare anche minimamente attendibile. Ecco come Bernard Heuvelmans la riporta:
Sebbene conscio del fatto che gli oceani riserveranno molte nuove scoperte zoologiche per gli anni a venire, dubito molto fortemente che una di queste avrà come protagonista un chow-chow/camaleonte con zampe da dragone cinese in grado di spiccare balzi di 15 metri sulla superficie dell'acqua. Risulta inoltre palese come né le descrizioni fornite da Anstruther, né il suo disegno, combacino minimamente con quanto riportato da Conan Doyle. E' dunque possibile che il misterioso incontro con il plesiosauro del Mare Egeo sia soltanto il frutto della fervida fantasia dell'autore e alla sua suggestionabilità? Molto probabilmente le cose andarono proprio così, ma sono propenso a credere che Doyle non abbia inventato questa storia di sana pianta, ma che per i fattori sopra menzionati, uniti alla brevità dell'avvistamento, non sia stato in grado di riconoscere un animale comune...
Infatti sebbene Doyle abbia avuto un tono sensazionalistico nelle sue conclusioni, le descrizioni del "giovane plesiosauro" nelle varie versioni dell'accaduto restano piuttosto prosaiche: una creatura di 120 cm che nuota vicino alla nave, con quattro grandi pinne laterali e collo e coda sottili (nella versione riportata da Heuvelmans si accenna solo a un lungo collo senza parlare della presenza di una coda, che è bene ricordare che nei plesiosauri era piuttosto corta). Ebbene, prendendo in considerazione soltanto questi elementi, la soluzione al caso del serpente di mare di Doyle mi sembra talmente semplice che trovo sorprendente che Heuvelmans non l'abbia presa in considerazione. Nel Mare Egeo infatti, anche se estremamente raro, vive un animale che corrisponde piuttosto bene alle descrizioni fornite da Conan Doyle: la foca monaca (Monachus monachus).
Lungo dagli 80 ai 240 cm, questo pinnipide divenuto uno dei mammiferi più rari del mondo esibisce le caratteristiche comuni alle altre foche: un corpo cilindrico, un collo allungato e quattro pinne laterali. In alcuni casi, se osservato dall'alto (proprio come nel caso di Conan Doyle e sua moglie), la sua forma potrebbe ricordare, agli occhi di un osservatore sufficentemente suggestionabile, quella di un plesiosauro:
"Eliminato l'impossibile, ciò che resta, per improbabile che sia, deve essere la verità" e forse questa massima può trovare applicazione anche in criptozoologia...
* Canton (Guangzhou) è una città costiera della Cina meridionale