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Cetacei, sesso e serpenti di mare
Nella millenaria storia dei presunti avvistamenti di misteriosi animali acquatici conosciuti con il nome leggendario di "serpenti di mare", un posto di riguardo è sempre spettato all'avvistamento compiuto dal missionario danese Hans Egede, che durante un soggiorno in Groenlandia fu protagonista di un memorabile episodio tramandatoci all'interno delle pagine del suo "Det gamle Gronlands nye perlustration" (1741).
L'immagine che segue è una variante della ricostruzione dell'accaduto disegnata, sotto indicazioni dello stesso Egede, dal pastore Bing:
Il più famoso e (ingiustamente) accreditato tentativo di collocare questo avvistamento all'interno del catalogo degli animali già conosciuti è quello di Henry Lee nel suo libro "Sea Monsters Unmasked". Con un impeto di fantasia non indifferente, l'autore ipotizza che il protagonista della vicenda fu un calamaro gigante che nuotava nella seguente posizione (foto a sinistra)... Nonostante il fatto che un mollusco di 10 metri non potrebbe assumere questa posizione più facilmente di uno yak che volesse andare in bicicletta, questa interpretazione fu accolta positivamente da Richard Ellis, che nel suo "Il calamaro gigante" riporta quanto segue:
Il motivo di questa presunta dimestichezza con le balene collegata alla loro caccia da parte di inglesi e olandesi resta un mistero... Egede era un missionario, non un baleniere, solcava il mare per raggiungere le terre nelle quali iniziava la sua opera di evangelizzazione e quindi avrebbe potuto facilmente osservare balene vive, come anche non osservarle affatto.
La sintesi del discorso di Ellis è molto semplice: poiché non possono esistere mostri marini e poiché l'ignoranza dei testimoni ha arricchito l'avvistamento con particolari inventati, non importa se il disegno di Bing non assomigli per niente ad un calamaro gigante, se quest'ultimo non possiede affatto "arti grandi ed espansi", e "un corpo dalla pelle ruvida e accidentata da sembrare rivestito di conchiglie" e se in pratica non può essere in alcun modo un calamaro gigante. All'autore fa piacere che lo sia e quindi lo è. Un recente articolo apparso sul "Archives of Natural History", dal titolo "Cetaceans, sex and sea serpents : an analysis of the Egede accounts of a "most dreadful monster" seen off the coast of Greenland in 1734" firmato da Paxton, Charles G. M., Erik Knatterud e S. L. Hedley, riporta però un'attribuzione molto più realistica. Secondo gli autori Egede avrebbe osservato una balena in erezione e scambiato per coda appuntita il pene di quest'ultima. Questa spiegazione acquisisce maggiore valore se si esaminano le prime versioni del disegno eseguito dal pastore Bing (immagine a sinistra), di cui evidentemente Lee ed Ellis non erano a conoscenza:
E' molto probabile che Egede abbia osservato una balena durante una fase di "breaching":
E che la coda potesse essere in realtà il pene dell'animale: