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Lo strano canide della foresta di Harenna

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copyright Coke and Som Smith 2012
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Lo strano canide della foresta di Harenna

foto nitide per un mistero nebuloso
Ritratto di lorenzorossi di Lorenzo Rossi - Mar, 29/07/2014 - 10:58Qui si parla di
copyright Coke and Som Smith 2012

La foresta di Harenna ricopre la zona meridionale delle montagne di Bale (Etiopia sudorientale) e rappresenta l'unica foresta nebulosa del Paese. Famosa per le sue piante di caffé selvatico è di recente salita all'attenzione degli zoologi più curiosi per via di fotografie molto nitide di un animale che sembra essere diverso da tutti quelli conosciuti nella zona...

Nel 2012 i fotografi e biologi Coke e Som Smith intrapresero un lungo viaggio attraverso l'Etiopia nel tentativo di riuscire ad immortalare su pellicola le sue specie più rare e a rischio di estinzione. Durante il tragitto di ritorno da una zona della foresta di Harenna nella quale vivono gli elusivi cercopitechi delle montagne Bale (Chlorocebus djamdjamensis), furono incuriositi da uno strano canide che attraversò loro il sentiero. La guida che li accompagnava lo identificò come uno sciacallo dorato (Canis aureus), ma gli Smith si accorsero che in realtà quell'animale non sembrava corrispondere perfettamente a nessun'altra specie di canide conosciuta. 

Riuscirono a scattare numerose fotografie molto nitide, che in seguito misero all'attenzione di alcuni esperti tramite il blog the mammal watching. Prima di passare alle ipotesi proposte si rende però necessario un breve preambolo riguardante le specie di canidi di grosse dimensioni che vivono in quell'area dell'Etiopia e che, più o meno frequentemente, possono essere teoricamente incontrate nella foresta di Harenna.

Tra queste, dalla più grande alla più piccola figurano il licaone (Lycaon pictus), lungo 880-1410 mm (coda esclusa), un tempo molto diffuso nella foresta di Harenna e oggi divenuto molto raro,

il lupo del Semien (Canis simensis), lungo 841-1012 mm (coda esclusa), che vive prevalentemente nell'area dell'altopiano di Sanetti,

lo sciacallo dalla gualdrappa (Canis mesomelas), lungo 640-900 mm (coda esclusa), il quale non è però diffuso nelle montagne Bale,

lo sciacallo dorato (Canis aureus), lungo 740-893 mm (coda esclusa),

e infine lo sciacallo striato (Canis adustus), lungo 655-755 mm (coda esclusa).

Il canide fotografato dagli Smith (a questo link si possono trovare numerose ottime foto dell'esemplare) risulta quindi apparentemente molto diverso:

copyright Coke and Som Smith 2012

Tra le prime ipotesi avanzate dagli Smith c'era quella che potesse trattarsi di un ibrido, ma Claudio Sillero dello IUCN canid specialist group e Frank Vincenti della Wild Dog Foundation, si dimostrarono di opinione diversa. A loro modo di vedere l'esemplare immortalato non è altro che uno sciacallo striato, la cui differenza nel disegno e nei colori del manto può essere spiegata come una varietà settentrionale della specie dovuta alla maggiore altitudine e al clima più umido. La questione non destò ulteriore interesse in ambito zoologico, ma quest'anno, sempre sulle pagine di the mammal watching, Juan Luis Ortega riportò di essersi imbattuto, durante un viaggio in Etiopia, in due canidi in tutto e per tutto uguali a quelli segnalati dagli Smith due anni prima.  Ancora una volta la risposta fu che si trattava di sciacalli striati, ma Ortega aggiunse in risposta a questi commenti un particolare in grado di fare escludere l'ipotesi: i canidi misteriosi erano infatti molto grandi, di una taglia quasi doppia rispetto a quella degli sciacalli striati. 

Di questo interessante caso sono stato messo a conoscenza dall'amico biologo Davide Palumbo. Ciò che posso dire nel frattempo è che a un primo controllo queste segnalazioni sembrano essere moderne: non ho trovato nulla in letteratura che potesse fare un pur se vago riferimento a canidi etiopici inconsueti, i quali sembrano quindi essere "comparsi" all'improvviso. Fatte queste considerazioni e tenendo conto delle dimensioni riportate da Ortega, personalmente non mi sentirei affatto di escludere un'eventuale ibridazione. Favorevole a questa ipotesi è anche lo zoologo africanista Francesco Maria Angelici, il quale non reputa impossibile che possa trattarsi di un'ibridazione tra sciacallo dorato e lupo del Semien, non escludendo però il coinvolgimento dello sciacallo striato e di eventuali cani randagi.

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